Secondo la tradizione fu Francesco il Vecchio, signore di Padova, a mostrare a Francesco Petrarca il borgo di Arquà, dove il poeta decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Seguì personalmente i lavori per adattare la casa, in cui visse con la famiglia ed i più fidati collaboratori. Lontano dagli affanni della città si poteva dedicare alle letture e all'otium come gli antichi padri latini, anticipando così l'idea della villa veneta.

Morì nella notte tra il 18 ed il 19 luglio 1374, circondato dai suoi scritti e dai suoi libri. Nel Cinquecento la casa divenne di proprietà di Pietro Valdezocco, il quale la ristrutturò, fece costruire la loggetta e fece dipingere le pitture ispirate al Canzoniere e all'Africa, ancora oggi visibili.

L'ultimo proprietario la lasciò in eredità al Comune di Padova: oggi è una casa - museo.